Genova – Nessun pericolo per l’Italia e nessun frammento ha neppure “sfiorato” il territorio italiano. Si è chiuso con un sospiro di sollievo, alle 2,16 ora italiana, il “caso” della navicella spaziale cinese che stava precipitando sulla Terra al suo rientro dopo una missione spaziale durata alcuni anni. Un rientro “anomalo” che aveva fatto temere per un impatto nel territorio italiano, con tanto di due allarmi in pochi giorni.
La navetta è invece entrata nell’atmosfera ben distante dall’Italia ed è precipitata in mare, sotto forma di piccoli frammenti, nell’Oceano Pacifico.
Una caduta seguita con trepidazione da tutti gli osservatori spaziali e da tutte le agenzie che si occupano di Spazio, nel mondo poichè la Tiangong, peso stimato 8 tonnellate, è sfuggita dalla traiettoria controllata ed ha iniziato a ruotare su se stessa rendendo meno prevedibile la sua traiettoria.
Per giorni gli esperti hanno ripetuto che la sua caduta poteva interessare anche il territorio italiani ed in particolare la zona centro-meridionale.
Ora la caduta nel Pacifico ha “risolto” il caso ma ci si interroga ancora sulla sicurezza delle missioni spaziali di questo tipo, con oggetti che rientrano nell’atmosfera e possono sfuggire dal controllo umano.