Genova – Una lunga nota stampa quella che, a firma dei consiglieri regionali Pippo Rossetti e Juri Michelucci, raggiunge oggi la vice presidente regionale e assessore alla Sanità Sonia Viale e il presidente di Alisa (Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria), Walter Locatelli. Non la prima delle richieste di presa di posizione e chiarimenti da parte del Partito Democratico, che già dallo scorso mese di gennaio aveva chiesto di quest’ultimo le dimissioni da presidente dell’Azienda Ligure Sanitaria. Tra le denunce anche quella che vorrebbe essere stati sospesi, per quattro giorni al “San Martino”, gli esami delle feci. “La sanità di Viale e Locatelli è al collasso. Non passa giorno che non vengano a galla disservizi, problemi e lamentele. Oggi veniamo a sapere che, per 4 giorni, al San Martino, non è stato possibile eseguire l’esame delle feci. E, cosa ancora più grave, il direttore sanitario dell’ospedale Giovanni La Valle non sapeva nulla. Una vicenda assurda, che si sarebbe potuta risolvere con un semplice sistema di controllo di gestione funzionante. Ma da quasi tre anni i vertici della sanità ligure non controllano più nulla. Serve al più presto la convocazione di un Commissione e una relazione del direttore generale sull’accaduto, per chiarire le responsabilità di questa nuova grave mancanza.

Malgrado nel 2016 l’assessore Viale avesse annunciato sulle pagine dei giornali nuove e più stringenti procedure per contrastare il malaffare, otto giorni fa sono partiti gli arresti per l’inchiesta sull’Asl 5 e ancora una volta, la vicepresidente, dopo essere stata assente, si è dichiarata pronta a intervenire. A dicembre un analogo comportamento è stato espresso per l’affollamento e i disservizi dei pronto soccorso liguri.

Evidentemente Viale non ha messo in campo procedure capaci di garantire un servizio adeguato per i pazienti e in grado di difendere la sanità ligure. Per una volta l’assessore abbia il coraggio di dire che l’operato di Alisa e del suo commissario straordinario Locatelli è stato fallimentare, l’Azienda non ha saputo né programmare e né controllare“.