sacche di sangue

Genova – Un crollo delle donazioni del sangue dei giovani che preoccupa medici e amministratori. I dati sono emersi oggi, durante la presentazione di un progetto di comunicazione teso proprio a coinvolgere le nuove generazioni nel fondamentale “dono” del sangue.
Un tracollo “a due cifre” che mette in crisi l’attuale sistema di raccolta e lancia un allarme rosso per il prossimo futuro quando l’autonomia sin qui mantenuta dalla Liguria potrebbe cessare.
Se le nuove generazioni non diventeranno donatori, infatti, il pensionamento dei donatori più anziani (oggi il limite è di 70 anni se in buone condizioni di salute) creerà un “buco” nell’approvvigionamento che deve essere costante e continuo e non un’azione, comunque positiva e gradita, estemporanea e magari sull’onda di emergenze o appelli.

Regione Liguria, FIDAS e AVIS stanno studiando delle campagne di comunicazione più “mirate” e rivolte a chi potrebbe diventare un donatore per il futuro. L’uso dei social e dei nuovi canali di comunicazione potrebbero aiutare a invertire una tendenza sempre più preoccupante.
La moderna medicina, infatti, estende l’uso del sangue non solo per interventi urgenti e di emergenza. Per questo motivo è sempre più importante disporre di una donazione “costante” e programmata nel tempo.
In calo anche la donazione “adulta” e anche in questo caso si parla di “crisi” come causa principale. Un peggioramento delle condizioni lavorative ed economiche hanno un effetto anche sulla predisposizione al volontariato e all’impegno.
Entro 5 anni 8mila donatori andranno “in pensione” e se non verranno sostituiti sarà necessario interrompere gli interventi chirurgici.