Municipale

Genova – Nel pomeriggio di mercoledì 23 maggio 2018 la segreteria della Cisl Funzione pubblica è stata informata dal Comandante Giurato dell’ipotesi di chiusura dello storico reparto annona della polizia locale e della distribuzione del personale, 28 operatori tra agenti e funzionari che si occupano di commercio su aree private, somministrazione e commercio su aree pubbliche, nei nove distretti territoriali e nel nuovo Nucleo vivibilità e decoro. Questi sono i veri numeri, perché il reparto si occupa anche della vigilanza dei mercati all’ingrosso dei pesci e dei fiori (9 operatori), della gestione della civica depositeria (2 operatori e operai) e della segreteria (operatori). Nella nota diffusa dalla Cisl si spiega inoltre che, se le norme non cambiano, 3 operatori saranno destinati ad andare in pensione nel 2018, 2 nel 2019 e altri 5 nel 2020.

“Questa scelta finirà per ridurre il numero dei controlli annonari, la qualità delle verifiche e la totale rinuncia alla tutela del consumatore – spiega in una nota CISL Liguria – Nei distretti territoriali, in costante emergenza per la cronica carenza di personale, gli operatori dell’annona sarebbero inevitabilmente impiegati per svolgere tutti gli altri importanti servizi dei distretti, distogliendoli dalla specifica attività. Inoltre l’assenza di un coordinamento e della raccolta ed elaborazione dei dati (segreteria unica) priverebbe il Comune di Genova e i cittadini della “Carta dei servizi”, redatta ogni anno dal reparto commercio per garantire la tutela dei consumatori. Evidenziamo infine che la mancanza di un continuo confronto e la condivisione delle varie esperienze sul campo priverebbe gli operatori della necessaria crescita professionale”.

“Prima di smantellare un reparto specialistico la cui materia “costituisce peculiarità della Polizia Locale” e disperdere l’esperienza professionale pluriennale degli operatori, sarebbe stato meglio – prosegue la nota – come più volte evidenziato dalla Cisl Funzione Pubblica, distribuire i 38 nuovi assunti nei distretti territoriali più sofferenti, avendo così la disponibilità di personale più giovane e motivato, anziché creare nuovi nuclei specialistici”.