Tribunale di Savona

Albisola (Savona) – Una sentenza rara, tra le prime in Liguria nel suo genere. Il Tribunale di Savona ha riconosciuto a Paola Boggi, proprietaria di un appartamento ad Albisola, un risarcimento (dovuto dal costruttore, dal progettista e dal direttore dei lavori) a causa della presenza nell’alloggio di un vizio di isolamento acustico. La cifra supera i centomila euro, e comprende anche le spese legali e quelle peritali. La causa in questione riguarda un edificio nuovo, tranquillo e in mezzo al verde di Albisola, che fu dichiarato agibile nell’ottobre 2008. Poco meno di un anno dopo, il primo appartamento fu acquistato da Paola Boggi che, con l’arrivo di nuovi inquilini negli alloggi adiacenti, inizia «ad avere la percezione – spiega Boggi – che ci fosse qualcosa di strano: si sentivano rumori “privati”, di quotidianità». Conversazione dei vicini di pianerottolo, scarichi di gabinetto, intensi rumori di calpestio, che non dovrebbero sentirsi in una casa, specialmente se appena costruita. Così Boggi inizia a informarsi chiedendo in Comune e al costruttore, senza ricevere risposte convincenti. Si rivolge quindi a periti acustici privati (Chiarlo e Reggiani) che con appositi strumenti verificano l’esistenza di un vizio di isolamento acustico nell’appartamento.

Di fronte ai risultati riscontrati nella perizia da lei disposta, Boggi decide di rivolgersi all’avvocato genovese Santo Durelli, esperto di problematiche di inquinamento acustico, e di citare in giudizio il costruttore, il progettista e il direttore dei lavori. «La carenza diei requisiti di isolamento acustico – si legge nella sentenza n. 385/2018, pubblicata il 6 aprile 2018 dal Tribunale di Savona – costituisce un vizio grave che può pregiudicare e menomare in modo grave il normale godimento, la funzionalità e l’abitabilità dell’unità immobiliare quando, come nella specie, vi sia una prestazione inferiore (rispetto ai minimi richiesti dalla norma specifica che regola l’isolamento acustico degli edifici, il DPCM 5 dicembre 1997), di 8 decibel (rispetto alla parete di separazione dell’appartamento sottostante), di 6 dB (solaio) e di 5 dB (facciata)». Il Tribunale di Savona ha così disposto un accertamento tecnico preventivo rilevando che «in acustica – prosegue la sentenza – una differenza di 3 dB (misurati in scala logaritmica) vuol dire raddoppiare l’intensità del suono, per cui le carenze prestazionali devono intendersi tali da compromettere il clima acustico dell’abitazione generalmente compromesso dai rumori provenienti dall’esterno o da altri ambienti abitativi confinanti». La motivazione di questa conclusione va ricercata nell’articolo 844 del codice civile, che riconosce intollerabili le immissioni che superino di 3 dB il rumore di fondo.

Il Tribunale di Savona ha così condannato costruttore, progettista e direttore dei lavori dell’edificio a risarcire Paola Boggi il danno subito (circa il 20% del valore dell’appartamento) per una cifra che supera di poco i 100mila euro, spese legali e peritali incluse. Inoltre, essendo la casa costruita “al millimetro”, «è purtroppo impossibile – prosegue Paola Boggi – eseguire lavori di riparazione al vizio di isolamento acustico, in quanto ridurrebbe troppo gli spazi, compromettendo l’abitabilità». L’edificio è stato infatti progettato senza tener conto dei requisiti di legge in maniera acustica, ed è ora impossibile eliminarne i vizi. «Spero che questo caso – conclude Boggi – possa servire a informare sui loro diritti gli acquirenti che, come me, hanno acquistato un appartamento carente dei requisiti di isolamento acustico previsti dalla legge».