Genova – E’ durata solo qualche mese la “sistemazione” dell’ormai famigerata “buca di via Robino”, il cedimento dell’asfalto, all’incrocio tra via Robino, via Gribodo e via Zena, nel quartiere di Marassi. Il manto stradale appena rifatto sta cedendo e presto una nuova voragine inizierà ad aprirsi mettendo nuovamente a rischio i pedoni, le auto di passaggio e persino l’autobus che percorre la via con il suo carico di passeggeri.
Una vicenda che aveva scatenato l’ilarità popolare con una pagina Facebook dedicata rischia di tornare a far divampare polemiche per un intervento che, evidentemente, non è stato fatto a regola d’arte.
I primi cedimenti qualche giorno fa, con crepe e un leggero avvallamento nell’asfalto ma ormai inizia ad aprirsi anche la buca e l’asfalto soprastante sembra sul procinto di cedere, sprofondando con quello che al momento si troverà sopra.
All’origine della buca, è bene ricordarlo, una rottura nella tubazione fognaria sottostante. Le acque nere, scorrendo impetuose, avevano scavato una voragine sotterranea e la copertura, la strada soprastante, ha iniziato a cedere sino a creare una buca che è andata crescendo con i mesi.
C’era ancora il sindaco Doria e l’amministrazione pubblica aveva inizialmente “fatto spallucce” dichiarando che la faccenda doveva essere risolta dai “privati” proprietari della fognatura “dimenticando” che il Comune è responsabile della sicurezza dei cittadini e che la strada, sebbene parzialmente privata, è di uso pubblico e transitata da cittadini non necessariamente residenti e proprietari.
La denuncia di possibili rischi per l’autobus, costretto a percorrere contromano un tratto della via, aveva portato ad una soluzione “fantasiosa”, con l’eliminazione del tratto di doppio senso di circolazione che permetteva ai residenti di via Gribodo di non dover necessariamente percorrere chilometri per ritornare a Marassi bassa, percorrendo tutta via Robino e scendendo poi da viale Bracelli.
Ai tempi si parlò anche di una “ripicca” per le proteste veementi dei residenti contro il mancato intervento del Comune ma la questione sicurezza era certamente prioritaria.
Dopo mesi di proteste, di cartelli, di veri e propri scherzi goliardici, con il compleanno della buca e gli addobbi natalizi al cantiere che doveva aprire a giorni e non apriva mai, ecco arrivare, con il nuovo sindaco, una presa di posizione che prevedeva ciò che avrebbe potuto essere fatto sin dal principio se il bene comune non fosse stato messo “in coda” alla ragione del portafogli: il Comune si sarebbe sostituito ai privati, litigiosi ed incapaci di trovare un accordo per fare i lavori, e poi si sarebbe rivalso sui diretti interessati, così come prevede la normativa vigente che ogni buon amministratore della cosa pubblica dovrebbe conoscere.
I lavori, urgenti, sembravano aver risolto la situazione ma oggi i residenti tornano a preoccuparsi e si domandano cosa stia succedendo nel sottosuolo di via Robino e se, davvero, i lavori siano stati eseguiti anche sulla fognatura sottostante.
Ora si teme che il nuovo cedimento del manto stradale riveli un nuovo problema “sotterraneo” e che la strada venga nuovamente transennata, con grave pericolo per le auto in transito, per i mezzi pubblici che salgono in via Robino e per i passanti costretti a fare acrobazie per non passare in mezzo alla strada rischiando di essere investiti.