Genova – In tanti, soprattutto giovanissimi, hanno atteso l’arrivo di Briga, il rapper e cantautore romano, che ieri pomeriggio ha incontrato i fan alla Mondadori di Genova per presentare il suo nuovo album “Che cosa ci siamo fatti”, uscito lo scorso 1 giugno.

Un disco che parte dal romanzo pubblicato da Briga lo scorso anno dal titolo “Novocaina, una storia d’amore e di autocombustione” e che contiene 11 brani inediti più una ghost track andando a comporre una sorta di concept album in grado di raccontare il cortocircuito sociale che colpisce le nuove generazioni divise tra la richiesta di aiuto e la richiesta d’amore.

Nella sua ultima prova in studio, la quarta, Briga rimarca un punto di svolta abbandonando quasi completamente l’hip hop delle origini in favore di un cantautorato più maturo, in un certo senso classico, che segna la crescita stilistica del 29enne.

Un passaggio nello stile in grado di incontrare l’apprezzamento dei fan che ieri hanno atteso il concorrente di Amici e secondo classificato nel 2015 affollando la Mondadori di via XX settembre.

Foto e dediche sulle copertine del disco e sulle copie del romanzo, e tra una firma e l’altra Briga racconta: “Partecipare alla Partita del Cuore è stata un’emozione grandissima perché giocare a pallone ha sempre fatto parte della mia vita. Ho scritto anche una canzone contenuta in questo nuovo album. E’ la verità, avevo questo sogno di giocare quindi la nazionale cantanti, oltre comunque a rendermi orgoglioso del ruolo che ricopro, sia con la nazionale stessa sia con il mio lavoro, mi permette di poter fare del bene e mi fa anche divertire perché mi da la possibilità di calcare dei campi di serie A. Ero carico, sapevo che avrei iniziato nel secondo tempo. Poi, giocare con Cassano ha facilitato tutto, anche se al gol sono stato un po’ prepotente. Volevo segnare perché avevo Puggioni davanti che gioca in serie A“.

Poi una battuta su Genova: “E’ una delle città più belle d’Italia e io la amo molto, spero prima o poi di non venirci solo per lavorare  ma per visitarla bene in tutti i suoi vicoli, il porto e di tornare all’acquario dopo 15 anni“.