Ventimiglia (Imperia) – Lo hanno trovato ormai morto in mare, nella zona della passeggiata Trento e Trieste, con indosso solo un paio di pantaloni della tuta. Il corpo di un migrante dell’età apparente di circa 30 anni, è stato recuperato e inviato all’obitorio dove un medico legale lo esaminerà per stabilire le cause del decesso. Molto probabilmente l’uomo è morto tentando di attraversare il confine con la Francia a nuoto o passando sulle scogliere.
A segnalare la presenza del cadavere in mare sono stati alcuni bagnanti che hanno fatto la macabra scoperta andando a fare il bagno. Il corpo galleggiava a pochi metri dalla riva.
Sul posto sono accorsi i mezzi del 118 e delle forze dell’ordine ma per il migrante non c’era più nulla da fare.
La morte dell’uomo, se verrà confermata l’ipotesi di annegamento, va ad aggiungersi a quella di tante persone che cercano di oltrepassare il confine con la Francia per raggiungere altri Paesi che negano l’ingresso pur avendo sottoscritto accordi internazionali e bloccano ogni passaggio.
Le persone respinte si affollano a Ventimiglia in attesa di trovare un modo per tentare nuovamente.
I paesini dell’entroterra di Ventimiglia sono in fermento da settimane perchè, con la bella stagione, sono ripresi i tentativi di passare in Francia per via di sentieri di confine.
Nessun problema con i migranti, che invece vengono aiutati e soccorsi se sono in difficoltà, ma con la presenza non autorizzata di pattuglie armate francesi sul territorio italiano.
Un ‘ingerenza che rischia di compromettere gli ottimi rapporti che tradizionalmente esistono tra le due comunità di confine.
In più occasioni militari armati e forze di polizia sono state “trovate” nelle piazze e nelle vie di paesi che si trovano a diversi chilometri dal confine con la Francia ed ogni volta sono stati comuni cittadini o il Sindaco del paese a protestare e ad allontanare le guardie.
In zone come Olivetta San Michele, Fanghetto, Airole non esiste alcun presidio delle forze dell’ordine italiane nonostante vi siano due confini attraversabili in auto e con un flusso medio giornaliero di circa 3mila autoveicoli.
Varchi utilizzati anche per il traffico di armi e di droga ma che non vengono presidiati dalle forze dell’ordine italiane per motivi incomprensibili visto che, sino ad alcuni anni fa, esistevano diverse caserme e contingenti di guardie di Confine.