Amatrice – Si ammanta di “mistero” la vicenda di Kaos, il cane pastore tedesco balzato agli onori della cronaca per essere stato “avvelenato” nel giardino del suo padrone che opera con la protezione civile e vive nelle zone colpite dal terremoto che ha distrutto Amatrice.
Dopo il chiarimento sulle presunte cause del decesso, avvenuto per assunzione di un potente lumachicida usato in agricoltura e negli orti casalinghi, – spuntano dei dubbi anche sulla notizia, diffusa da tutti i principali Media italiani, on line, Tv, radio e cartacei, secondo cui Kaos sarebbe un cane eroe che ha salvato vite umane strappandole alle macerie del terremoto.
Alcuni siti specializzati nello smascherare le “bufale” infatti, circola più di qualche sospetto visto che, a leggere le cronache dei giorni del post terremoto, il nome di un cane soccorritore “Kaos” non esce da nessuna parte.
Sono stati moltissimi i cani che hanno salvato vite umane, in primis quelli dei corpi speciali dei vigili del fuoco, della protezione civile e del soccorso alpino, ma spulciano nelle cronache dell’epoca nessun riferimento a “Kaos”.
Ad indurre nel possibile “errore” potrebbe essere stato il post pubblicato dal proprietario dopo il ritrovamento del cane ormai morto

” “Mi hai tolto la cosa più preziosa, lo hai tolto ad una comunità intera; sì, perché lui ha salvato vite, spero che non ne avrai mai bisogno”

Un riferimento specifico al fatto che Kaos fosse un cane utilizzato nella ricerca e nel salvataggio di persone in difficoltà ma, in effetti, non risulta nessun riferimento al terremoto e a quello di Amatrice e Accumoli in particolare.

Eppure la vicenda del presunto avvelenamento di Kaos ha fatto il giro d’Italia (e non solo) con articoli e articoloni sull’uomo ingrato che uccide l’animale che invece è “portatore di vita”.
Una storia davvero “appetitosa” nel periodo estivo ed infatti la vicenda ha conquistato prime pagine e servizi Tv per giorni e giorni.
Poi sono iniziati i dubbi e, in particolare su una foto, circolata in Rete, sul funerale di Kaos, con le forze dell’ordine schierate con il cane portato a braccia dal presunto padrone.
La foto è palesemente falsa o, meglio, ritrae il funerale di un cane poliziotto negli Stati Uniti. Bastava osservare le divise dei presunti poliziotti o carabinieri per capire che non si trattava di forze dell’ordine italiane, ma tant’è, la forza dell’immaginazione ha avuto il sopravvento.
Poi, come una doccia fredda è arrivata la notizia che smentiva parzialmente la tesi del padrone: Kaos è morto per avvelenamento ma per assunzione di un lumachicida che viene usato comunemente anche negli orti casalinghi e non ci sono elementi utili a stabilire se l’animale lo abbia ingerito magari mangiando delle esche per lumache o leccando delle piante cosparse con il veleno o se, invece, qualcuno lo abbia avvelenato intenzionalmente.
L’intervento dall’esterno, insomma, non è stato provato.

Ora spuntano i dubbi più gravi, quelli sull’attività di Kaos e sul suo reale ruolo di “cane eroe”.
Se venisse smentita anche questa notizia sarebbe davvero una grande delusione. Ma anche un forte campanello di allarme sull’Informazione italiana che avrebbe seguito una “bufala” trasformandola in notizia da prima pagina.
Se l’errore è perdonabile per siti on line e Media che devono “correre”, e che non hanno il tempo di fare verifiche che dovrebbero durare giorni (ma che poi avrebbero l’obbligo di scusarsi e di chiarire come stanno realmente le cose) altrettanto non si può dire per chi ha avuto ore ed ore per fare telefonate, incrociare dati o anche solo inserire il nome di “Kaos” in Google News per vedere quante persone aveva salvato e dove.
Una responsabilità che cresce con il passare del tempo, nel silenzio generale.

(articolo modificato il 3 agosto 2018)