Genova – Oltre 400 le famiglie sfollate che non potranno tornare nelle loro case sino alla demolizione di ciò che resta di ponte Morandi e che, stando alle dichiarazioni del sindaco Marco Bucci e del ministro dell’Interno Matteo Salvini, dovrebbero ricevere una nuova abitazione entro il 2018.

Il programma appare “in salita” per le opposizioni che si domandano dove verranno trovati i fondi necessari per una spesa di questa portata, di diverse decine di milioni di euro.

Le famiglie hanno dovuto lasciare le case in tutta fretta e sino a ieri potevano rientrare, accompagnati dai vigili del fuoco o dalle forze dell’ordine, per recuperare lo stretto necessario ma da ieri pomeriggio anche questa “concessione” è stata revocata per il timore che il tratto di ponte rimasto in piedi possa “collassare” per le conseguenze del crollo. Una eventualità che provocherebbe un ulteriore disastro visto che il numero delle abitazioni che si trova sotto il relitto del ponte è ingente.

In queste notti gli sfollati hanno potuto dormire in albergo o presso amici e familiari o nel centro civico Buranello di Sampierdarena, appositamente trasformato in un “campo” di emergenza.
Ieri l’accordo del Comune di Genova con le associazioni degli albergatori per garantire una sistemazione alle persone senza casa sino alla loro nuova sistemazione.