Genova – Una relazione tecnica che avvertiva delle pessime condizioni di conservazione di parte del ponte Morandi crollato la mattina del 14 agosto uccidendo 43 persone e lasciando senza casa oltre 500 sfollati. E’ quanto sarebbe stato scoperto dagli “investigatori” della commissione incaricata di verificare se la Società Autostrade fosse o meno in grado di “prevedere” il disastro che ha segnato la città di Genova.

A rivelarlo l’edizione di oggi de Il Secolo XIX che, nell’edizione in edicola oggi, ricostruisce con precisione i passaggi di un “mistero” che potrebbe condurre a una svolta nelle indagini con diversi indagati.

Secondo i documenti esaminati dal quotidiano genovese, infatti, ci sarebbe una relazione tecnica nella quale sarebbero state indicate con precisione le condizioni critiche del ponte e, addirittura, sarebbe stata indicata con un livello 4 (in una scala di 5) la pericolosità del pilone rimasto in piedi sopra le case degli sfollati.

Di poco inferiore il livello che sarebbe stato attribuito invece alla torre crollata e questo renderebbe ancora più urgente intervenire per la demolizione delle parti pericolanti ma, soprattutto, getta un’ombra sinistra su quanto poteva avvenire se, a crollare, fosse stata la torre 10 posizionata sopra le case abitate da centinaia di famiglie, invece del tratto che passa sopra il greto del torrente Polcevera.