Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova

Genova – Si è tenuto ieri, mercoledì 5 settembre, il primo di una serie di tavoli tecnici dedicati alla ricerca di strategie comuni per affrontare lo sviluppo economico città-porto anche in ragione dell’emergenza logistica derivata dal crollo di ponte Morandi.

All’incontro hanno partecipato il consigliere delegato al porto Francesco Maresca, il professore associato del dipartimento di Economia e gestione delle imprese e dei trasporti dell’Università di Genova Francesco Parola, Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, Leopoldo Da Passano, responsabile Sviluppo economico e portuali di Confindustria e il direttore responsabile della direzione Porto e mare del Comune di Genova Silvia Capurro.

Il dibattito è stato avviato da Francesco Maresca che ha spiegato: “Crediamo che questo sia un primo briefing per affrontare in modo concreto temi fondamentali e oggi ancora più cruciali, quali ZLS (zone logistiche speciali) e ZES (zone economiche speciali) per trovare strumenti giuridici efficaci per la miglior tutela delle imprese del Porto e del territorio genovese, viabilità portuale con riferimento a nuove strade dedicate e, soprattutto, semplificazione dei processi. Quest’ultimo punto, poi, sarà di grande aiuto per tutta l’economia genovese. Genova è il porto più grande del Mediterraneo e il Comune deve essere parte attiva nelle trattative con il governo“.

Per tutelare le imprese portuali genovesi e i lavoratori – ha sottolineato ancora Maresca – il Comune sente il dovere di creare nuove opportunità al proprio porto, facilitando e promuovendo quelle misure di salvaguardia dei traffici basilari per l’economia cittadina“.

Al tavolo il consigliere delegato si è detto consapevole di quanto la comunità portale necessiti di un ponte sicure e in tempi brevi. Il porto attende inoltre che sia liberata la linea ferroviaria coinvolta nel crollo.

Maresca ha poi concluso: “Una legge speciale che non riguardi solo Genova ma comprenda anche il suo porto il cui indotto lavorativo è di circa 50mila famiglie. Ricordo al Governo di non trascurare il sostegno che il porto di Genova dà allo stato italiano. Con i suoi 6 miliardi di entrate, questo rappresenta infatti il 22% di tutte le entrate fiscali dei porti italiani“.