Genova – Un vero e proprio depistaggio per alleggerire le posizioni di chi forse sapeva delle reali condizioni del ponte Morandi e di chi aveva segnalato “anomalie”. E’ l’inquietante ipotesi investigativa su cui lavorerebbe la Procura di Genova e di cui da notizia il quotidiano genovese “Il Secolo XIX”. Negli articoli pubblicati dal giornale emergerebbe la possibilità che qualcuno possa aver avuto l’interesse ad alterare le risultanze delle conversazioni intercorse tra alcuni tecnici incaricati di verificare le condizioni del ponte – poi crollato provocando la morte di 43 persone – e la società concessionaria che aveva commissionato le verifiche.

Un dubbio che potrebbe essere “svelato” grazie al risultato delle analisi del materiale sequestrato ieri nel blitz della Guardia di Finanza al Politecnico di Milano e dal sequestro di documenti ma anche di computer e telefonini che potrebbero contenere prove di conversazioni “non ufficiali”.

I “dubbi” – tutti da verificare e provare – riguarderebbero in particolare una comunicazione avvenuta via email proprio a ridosso del disastro in cui sarebbe stata “aggiunta” una parte che potrebbe rivelarsi fondamentale nell’alleggerire o aggravare la posizione di alcuni indagati.

Elementi ora al vaglio dei magistrati e che potrebbero far estendere il numero degli iscritti al registro degli indagati. Un numero che già nei giorni scorsi era stato “messo in discussione” dopo la consegna di un elenco di 60 nominativi, da parte della guardia di Finanza, ai pm che indagano sul caso. Nomi di persone che, a diverso titolo, potrebbero aver saputo delle reali condizioni del ponte.