Genova – Si apre con la prima udienza dell’incidente probatorio, nell’aula bunker del palazzo di Giustizia di Genova, il processo per il disastro del crollo di Ponte Morandi che è costato la vita a 43 persone e ha lasciato senza casa centinaia di genovesi.
Si apre il primo passaggio giudiziario di quello che si preannuncia come un processo fiume, con decine di rinvii a giudizio e con personaggi eccellenti – già conosciuti e ancora da conoscere – a sedere sul banco degli imputati per arrivare a stabilire se ci sono responsabilità oggettive per quanto è avvenuto.

In aula, rigorosamente off limits per i non addetti ai lavori per una incomprensibile decisione dei magistrati, che temono intemperanze e vere e proprie proteste animate, non ci saranno gli sfollati e neppure il pubblico che normalmente segue questi eventi.

Un elenco rigidissimo di persone ammesse a seguire le udienze è stato consegnato ai carabinieri e al servizio d’ordine (privato) che cura la sicurezza del Tribunale. Ci non appare nella lista non potrà in alcun modo assistere.

Non ci saranno gli sfollati e neppure i rappresentanti di Comitati e Associazioni che seguono gli interessi di chi ha perso la vita o la casa nel crollo. Ci saranno invece alcune associazioni come il Codacons che ha ottenuto il riconoscimento di “parte offesa”.

Durante la prima udienza, dopo alcuni passaggi più tecnici, si passerà a nominare una commissione di tecnici che effettuerà alcune verifiche sui reperti catalogati durante il recupero dei pezzi del ponte. Una super perizia che dirà cosa ha fatto precipitare parte del ponte.

Quando sarà terminato l’incidente probatorio, ascoltate le osservazioni della difesa e delle parti offese (non più di 60 giorni) potranno scattare i dissequestri delle aree interessate dal crollo e potranno iniziare i lavori per la demolizione e la ricostruzione del ponte.

Dodici mesi secondo le stime di chi è stato chiamato in causa per il progetto di ricostruzione, non meno di 3-4 anni secondo le stime dei tecnici “indipendenti”.