Genova – Una soluzione tecnica per non intralciare il lavoro dei vigili del fuoco e della protezione civile. Questa la risposta alle “notizie” pubblicate questa mattina a proposito della scelta del Comune di Genova di radunare su un pullman scoperto i giornalisti diretti alla “zona rossa” per documentare l’avvio delle operazioni di rientro controllato degli sfollati nelle loro abitazioni.

Il Comune reagisce alle accuse di aver organizzato uno “zoo safari” e precisa invece che la decisione è stata presa per evitare l’arrivo di decine di auto e per poter organizzare il lavoro di chi deve necessariamente documentare ed informare su quanto avviene ma senza intralciare il lavoro dei soccorritori e di quanti assistevano il rientro nelle abitazioni degli sfollati.

Ecco il comunicato inviato dal portavoce del sindaco Marco Bucci, Federico Casabella, a seguito delle insinuazioni pubblicate su alcuni siti Internet

“In merito al passaggio dei giornalisti nella zona rossa di via Porro e via Fillak si precisa che l’azione messa in atto dall’amministrazione comunale era l’unica praticabile a tutela del diritto di cronaca e della professione su un fatto che è considerato di estrema rilevanza nazionale ed internazionale.

La scelta è stata presa in piena sintonia con Vigili del Fuoco e Protezione Civile, realizzata in maniera da non intralciare le operazioni di chi ha lavorato in via Porro e via Fillak. Il tutto si è svolto nel pieno rispetto e tutela delle famiglie impegnate nel trasloco che – in zona rossa – non sono state in alcun modo ostacolate e tantomeno sono state riprese da telecamere, smartphone e macchine fotografiche dei giornalisti accreditati durante le operazioni.

Dallo scorso 14 agosto abbiamo sempre operato per tutelare le famiglie sfollate impedendo ai mezzi di comunicazione l’accesso in aree nelle quali avrebbe potuto essere violata la privacy delle persone, non permettendo l’ingresso in zone vietate e in aree dove i giornalisti avrebbero potuto essere d’intralcio alle operazioni delle persone autorizzate.
Anche alla luce di quanto sta emergendo, rispetto a critiche che arrivano direttamente dalla categoria, si ricorda che abbiamo cercato di rispondere alla richiesta che ci è arrivata da molti media locali, nazionali ed internazionali: il fatto che al Comune di Genova siano arrivate oltre cento richieste di autorizzazione dimostra quanta attenzione vi fosse sull’argomento.

Fa molto riflettere che le critiche arrivino anche da testate che risultano accreditate e che sono salite sul pulmino con fotografi, operatori e giornalisti all’interno della zona rossa pubblicando subito dopo il materiale realizzato”.