Roma – Potrebbe essere un italiano di circa 40 anni ad aver fornito a Desiree Mariottini i farmaci che hanno permesso lo stupro di gruppo nel locale abbandonato del quartiere San Lorenzo. Lo sospettano gli inquirenti che stanno cercando la persona tra le conoscenze della ragazzina di Cisterna di Latina, drogata, stuprata e uccisa.
Un’ “amicizia” che potrebbe essere costata carissima alla giovane che forse si fidava dell’uomo e che altre volte sarebbe stata nel luogo dove ha poi trovato la morte.

Intanto proseguono gli interrogatori dei sospettati delle violenze sessuali e della morte di Desiree che potrebbe essersi sentita male durante le sevizie senza che il “branco” abbia sentito la necessità di chiamare aiuto e di far soccorrere la ragazzina ormai agonizzante. Un comportamento al vaglio degli inquirenti che cercano di comprendere se le persone fermate avessero compreso o meno la gravità della situazione visto che sarebbe stata somministrata acqua e zucchero alla giovane nella speranza forse che si trattasse solo di un malore.

Altre testimonianze, però, sembrerebbero delineare una situazione ben diversa, con sette-otto persone attorno al corpo morente di Desiree e minacce a chi proponeva di chiamare un’ambulanza.
Circostanze da appurare poiché in grado di modificare decisamente la posizione delle persone indagate e coinvolgerebbe molte più persone rispetto a quelle fermate.