Genova – Nuove nuvole scure si addensano sulla ricostruzione di ponte Morandi dopo il crollo, lo scorso 14 agosto, che ha ucciso 43 persone. Una lettera formale sarebbe infatti arrivata sulla scrivania del sindaco e commissario per la ricostruzione Marco Bucci e, a spedirla sarebbe Autostrade, la società del gruppo Benetton concessionaria del tratto autostradale.

A darne notizia, questa mattina, il quotidiano Il Secolo XIX che riporta anche il contenuto della comunicazione: una sorta di diffida formale a non escludere Autostrade dai progetti per la demolizione e ricostruzione del ponte.

Un’ipotesi ventilata sin dalle prime furiose polemiche che sono seguite al crollo, quando i vertici del Governo centrale hanno più volte ribadito che Autostrade non avrebbe toccato una sola pietra del ponte. Una catastrofe per la città di Genova se l’azienda, che ne ha facoltà e diritto, impugnasse i provvedimenti presi da Bucci e si rivolgesse ad un Tribunale per ottenere una valutazione. I tempi per la decisione potrebbero essere lunghissimi, tra decisioni, ricorsi e ben tre gradi di giudizio, e con essi ritarderebbe la ricostruzione del ponte.

In sostanza, Autostrade non è ancora stata riconosciuta “colpevole” di nulla e, a rigor di legge, nessuno può essere privato dei propri diritti sino a quando non viene decretata la sua responsabilità in quanto avvenuto.
Autostrade, per la Legge italiana, potrebbe avere il diritto di partecipare al bando per il progetto e la ricostruzione del ponte.
Una bella “gatta da pelare” per il Sindaco Bucci che ha più volte ribadito che i lavori di demolizione partiranno il 15 dicembre e che conta di decidere per il progetto di demolizione entro il 3 dicembre.
Resta da capire quanto siano reali le “minacce” di Autostrade che potrebbe semplicemente aver inviato una comunicazione “di rito” per salvaguardare i propri eventuali diritti nel caso le indagini volgessero in un senso piuttosto che in un altro ma la situazione rischia di diventare esplosiva.