Genova – Non ha risposto alle domande dei magistrati ma ha reso dichiarazioni spontanee poi ripetute anche ai microfoni dei tanti giornalisti che lo stavano aspettando a Palazzo di Giustizia per il suo interrogatorio. Giovanni Castellucci, amministratore delegato dimissionario di Autostrade per l’Italia ha fatto alcune dichiarazioni dopo il suo interrogatorio davanti ai giudici che indagano sul crollo di ponte Morandi, lo scorso 14 agosto, che ha ucciso 43 persone e lasciato senza casa oltre 200 famiglie.

“In quanto capo azienda – ha dichiarato Castellucci – ho ritenuto di adempiere ad un dovere etico, dando informazioni chiare ai magistrati in merito alle ulteriori verifiche ed agli accertamenti sulla sicurezza della rete, che stiamo conducendo anche con l’ausilio di società di ingegneria indipendenti esterne, e su ciò che stiamo facendo per le famiglie delle vittime e per i danneggiati dalla tragedia. Ho evidenziato nel dettaglio, attraverso una memoria depositata in Procura, che dopo la tragedia di Genova abbiamo promosso un’operazione straordinaria di monitoraggio delle infrastrutture della nostra rete realizzata dalle Direzioni di Tronco, responsabili della sicurezza delle tratte di competenza. L’esito è assolutamente confortante. Ho potuto così rassicurare i magistrati che la nostra rete è sicura”.

L’Ad di autostrade ha poi confermato di aver portato in Procura una serie di documenti che illustrano gli interventi a supporto di chi è stato coinvolto nella tragedia.

“Sino ad oggi – ha spiegato – abbiamo erogato contributi a circa 300 famiglie senza casa ed a circa 500 commercianti e artigiani. Inoltre la società, senza attendere i tempi lunghi delle assicurazioni, ha assunto direttamente l’iniziativa per garantire il giusto risarcimento a circa 150 eredi delle vittime della tragedia.
Ho chiarito anche ai magistrati che gli interventi di manutenzione effettuati dalla società, sulla base delle previsioni della Convenzione in essere, non vengono remunerati in alcun modo in tariffa.  Di più non posso dire essendo, se non erro, i contenuti di quanto riferito ai magistrati sottoposti a segreto istruttorio”.