Genova – Preoccupazione per le difficoltà ma consapevolezza nella forza del team. Così si può riassumere l’incontro sull’epidemia di ebola che si è svolto ieri pomeriggio nel foyer del Teatro della Tosse.

Organizzato da Medici Senza Frontiere, l’incontro ha visto protagonista Chiara Montaldo, medico infettivologo di MsF e di recente rientrata dal una missione nel Nord Kivu.

Una chiacchierata con il moderatore, il giornalista Matteo Macor, in cui la dottoressa Montaldo ha raccontato la sua personale esperienza come coordinatrice medica della missione, evidenziando gli sforzi dell’organizzazione medico-umanitaria per arginare la più grave epidemia di ebola mai registrata nel paese.

Per la prima volta – ha spiegato Chiara Montaldo – sono partita nella posizione di coordinatrice medica. Non ho lavorato ad un progetto ma ne ho coordinati diversi, seguendo lo sviluppo dell’epidemia per cercare di arrestarla o almeno di contenerela. Il primo passo è stato dunque quello di inquadrare l’andamento dell’epidemia e del contesto; successivamente ho fatto il giro dei progetti per vederli di persona, per capirli dal vivo, per dare un volto ai rapporti e ai numeri”.

Un’epidemia che colpisce tantissimi bambini che spesso, nonostante le cure, non sopravvivono.

In un paese caratterizzato dalla guerriglia, si passa dalla lotta con i machete alla lotta al virus, aumentando il clima di paura della popolazione e ancora la dottoressa aggiunge: “L’epidemia che sembrava alla fine si sta riaccendendo con tutte le tensioni che vanno a sommarsi a quelle di un paese in guerriglia alla vigilia delle elezioni presidenziali, a un clima di sfiducia della popolazione. Per quelli di noi che hanno lavorato nell’epidemia dell’Africa occidentale 2014-2015, è ben viva la paura che questa in Repubblica Democratica del Congo evolva allo stesso modo. La speranza è che non succeda“.

Dall’8 maggio scorso, infatti, la popolazione congolese sta combattendo contro l’epidemia di Ebola: il primo focolaio si è manifestato nella Provincia dell’Equatore richiamando immediatamente MsF, intervenuta con zone di isolamento, centri per il trattamento dell’ebola e la vaccinazione ad anello. Un secondo focolaio ha interessato il Nord Kivu da agosto. Nella zona il virus si sta diffondendo il località urbane e aree isolate difficili da raggiungere anche a causa del conflitto in corso.

Ancora Chiara Montaldo sottolinea come sia crescente la preoccupazione per questa epidemia: “Sarà lunga e dobbiamo aumentare i nostri sforzi per controllarla. D’accordo con le autorità abbiamo preso la decisione strategica di estendere le nostre attività per essere vicini alle popolazioni colpite e formare le persone chiave all’interno delle comunità cercando di raggiungere i pazienti e i loro familiari“.