Genova –  A seguito delle preoccupazioni che si stavano diffondendo tra la popolazione residente nella zona vicina all’area di cantiere del ponte Morandi, la struttura commissariale ha diffuso una nota che dovrebbe “spiegare” cosa sta avvenendo e perchè il terreno viene colorato di blu e di rosso.
Ecco il testo della nota:

“Nel cantiere lato est per la demolizione e ricostruzione di Ponte Morandi, nell’area occupata dalla massicciata ferroviaria, si sta intervenendo con una serie di attività preventive a salvaguardia della salute e dell’ambiente che vengono eseguite per bloccare l’emissione di qualsiasi sostanza che vi possa essere eventualmente contenuta.
Le aree in questione vengono cosparse di sostanze colorate – incapsulanti a base vinilica, assolutamente innocui – che hanno il solo scopo di preparare il fondo dell’area di cantiere e proteggere il substrato di proprietà RFI, Rete Ferroviaria Italiana.
Come da comunicazione preventivamente inviata alla Asl, l’ area colorata con la sostanza blu è conseguenza di un lavoro già eseguito da RFI al di fuori dell’area presa in consegna dall’ATI (Associazione temporanea di imprese che oggi gestisce i cantieri per la demolizione del Morandi).
ATI, con le stesse modalità previste dal Protocollo e comunicate all’Asl, sta utilizzando sull’area di propria competenza l’ incapsulante colorato di rosso.
Le sostanze sono colorate solo per consentire l’immediata individuazione delle parti trattate da quelle non trattate.
Al di sopra dello strato colorato sarà steso, inoltre, un telo in tessuto-non tessuto ed uno strato di tout venant (un sottofondo di pietrisco) per consentire il transito in sicurezza dei mezzi operativi che si muoveranno in questa area.
La Struttura Commissariale – in condivisione con RFI, proprietaria delle aree – specifica che tutte le lavorazioni che sono in corso sono basate su protocolli impostati e condivisi con la Asl di competenza”.

Le informazioni diffuse, però, non sembrano tranquillizzare del tutto la popolazione che si domanda ora come mai vengano stese sostanze “incapsulanti” del genere usato ad esempio per il pericolo amianto, se i materiali di risulta della demolizione ne sono esenti.
Ci si domanda, nel caso si verificasse invece la presenza di questo pericolosissimo materiale, come verrebbe affrontato il problema delle polveri che il cantiere per la demolizione solleverà per forza di cose.
Ci si chiede se esiste un pericolo per la popolazione e per gli studenti delle tante scuole della zona e che trascorreranno ore ed ore in classe, respirando le polveri sollevate dal cantiere.
Preoccupazioni che andrebbero chiarite e magari fugate con spiegazioni scientifiche e non con comunicati tardivi.