Genova – Demolizione con esplosivi “rinviata” a sabato 16 marzo per la pila 8 del troncone ovest di ciò che resta del ponte Morandi ma sembrano emergere grosse difficoltà nel caso in cui gli esami anti amianto dovessero far emergere l’impossibilità dell’uso degli esplosivi per abbattere il ponte.
Ieri pomeriggio la commissione esplosivi della Prefettura ha chiarito che non ci sarà alcuna esplosione se verrà accertato un rischio potenziale per la popolazione residente nella zona e per i lavoratori impegnati nel cantiere e ha richiesto ulteriori verifiche.

La presenza dell’amianto è già accertata e chiarita nei rapporti di Arpal e Asl – sebbene in piccola quantità – e gli approfondimenti, secondo gli esperti che hanno studiato il ponte, non potranno che fornire dati analoghi se non “peggiori”. L’uso degli esplosivi sembra dunque da escludere ma è evidente che, per rispettare la tempistica prevista dal piano di demolizione e ricostruzione, non esiste un piano B praticabile, se non a rischio di allungare a dismisura i tempi di ricostruzione.

Le esplosioni che avrebbero dovuto demolire la pila 8, infatti, risulterebbero necessarie per le valutazioni dell’impatto di quelle che dovrebbero riguardare le altre pile, quelle “più delicate” presenti nel troncone est dell’ex ponte Morandi, quelle che sovrastano i palazzi evacuati.
Il ritardo del rinvio potrebbe essere colmato grazie alla straordinaria abilità e competenza delle ditte appaltatrici ma se dovesse emergere l’impossibilità nell’uso degli esplosivi “in toto” sarebbero guai seri.

Per questo motivo, non potendo esserci alcuna deroga al diritto alla Salute dei residenti e dei lavoratori, si sta valutando l’opzione di utilizzare speciali cannoni spara acqua che inonderebbero la gigantesca nuvola di polveri che verrebbe lanciata in aria dalle esplosioni.
Una “trappola” per la polvere che ricadrebbe a terra appesantita dal una nebbia finissima di goccioline. L’espediente è già stato utilizzato in altre situazioni simili ma resta il pericolo che le polveri, se non rimosse nelle immediatezze, potrebbero tornare allo stato volatile ed essere sollevate dal vento per ricadere ovunque la corrente le porti.