Genova – Ben tre postazioni autovelox, del tipo contenuto in una sorta di “barile” dipinto a strisce arancioni e bianche, prima e dopo il casello autostradale di Genova Aeroporto, in tratti dove il limite di velocità è fissato a 30 km/h e dove, in assenza di traffico, l’automobilista è spinto a velocità più sostenute.
E’ forte la polemica, nel ponente genovese, per la comparsa delle tre presunte postazioni per la rilevazione della velocità degli autoveicoli di passaggio. In particolare perché non è dato sapere se gli impianti siano già in funzione o se lo saranno presto.

Gli automobilisti di passaggio si domandano con insistenza perchè non venga fatta una comunicazione ufficiale e il perché della scelta di posizionarli in angoli “nascosti” alla visuale lasciando sospettare i maliziosi che si tratti di vere e proprie “trappole” per fare cassa.

Di certo, in zona, dal crollo di ponte Morandi in poi, il traffico è aumentato in modo parossistico e il numero degli incidenti è sensibilmente aumentato. Spesso, ad aggravare l’esito dei tamponamenti, c’è proprio la velocità eccessiva.

Una regolamentazione del passaggio era dunque “nell’aria” da tempo ma gli automobilisti genovesi si auguravano che non si arrivasse addirittura agli autovelox “stabili” che, di fatto, costituirebbero una barriera insormontabile costringendo tutti a rallentare sensibilmente per non essere sanzionati.

Forte la perplessità anche del locale Municipio che non sarebbe stato informato della decisione (di chi?) di installare i dispositivi per la rilevazione della velocità delle auto di passaggio.
In molti fanno notare che, ad analoghe sistemazioni, non corrispondono altrettanti autovelox e che, quindi, gli scatolotti arancione e bianchi potrebbero essere “contenitori vuoti”.
Di fatto, con la loro semplice comparsa, segnalata dal tam tam dei social, gli autovelox hanno subito fatto l’effetto sperato: diminuire la velocità.