Genova – Lavoratori del Porto in sciopero, sin dalle prime ore del mattino per protestare contro l’attracco nello scalo genovese della Bahri Yanbu, la nave battente bandiera dell’Arabia Saudita che trasporterebbe armi utilizzate nella guerra contro lo Yemen che ogni giorno provoca vittime civili, specie tra i bambini.

I lavoratori della Culmv sono intenzionati a disertare le operazioni di carico del materiale già arrivato al ponte Eritrea e che, pur non essendo costituito da armi, di fatto rappresenta materiale militare o in uso presso strutture militari come generatori elettrici e di raffreddamento.

Il materiale viene definito “borderline” ovvero non è specificamente classificabile come arma ma è di natura militare e certamente può essere utilizzata dai militari nelle operazioni di guerra.

I lavoratori genovesi si appellano all’articolo 11 della Costituzione Italiana che dice specificamente che: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e per questo motivo giudicano irricevibile la commessa di lavoro di caricare materiale bellico sulla nave battente bandiera di un Paese belligerante con un altro.

Il rifiuto dei portuali genovesi segue quello dei “colleghi” del porto di Le Avre, in Francia, dove la nave è rimasta bloccata diversi giorni prima di modificare il suo itinerario di viaggio.
Anche in Francia i lavoratori del Porto si erano rifiutati di caricare merci e materiali sulla nave.