Genova – Sono terminate, alla cava abbandonata di Forte Ratti, sulle alture di Quezzi e San Fruttuoso, le prove tecniche per le esplosioni controllate che dovrebbero far crollare il troncone est di ciò che resta di Ponte Morandi.

Le cariche, fatte esplodere in rapida sequenza, erano state predisposte per sperimentare diverse tecniche di “posizionamento” delle vasche piene d’acqua che potrebbero essere istallate sul troncone del ponte per ridurre la dispersione delle polveri potenzialmente pericolose.

Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, le cariche esplosive non riguarderebbero solo i piloni del ponte ma anche enormi vasche piene di liquido che verrebbero posizionate su ciò che resta del viadotto.
Le esplosioni potrebbero generare una “nuvola” di micro goccioline che potrebbero intrappolare le polveri potenzialmente pericolose, facendole ricadere a terra per effetto della gravità.

Un espediente per aumentare la forza dei “cannoni ad acqua” di cui si era già parlato come “protezione” per le polveri pericolose.