Giustizia

aggiornamento delle 13,48: Il vice premier Matteo Salvini ha accettato le dimissioni presentate da Edoardo Rixi, vice ministro dei Trasporti, condannato oggi dal Tribunale di Genova nel processo “Spese Pazze” nella Regione Liguria.
Rixi è stato condannato in primo grado a tre anni e 5 mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La sua condanna aveva agitato le acque del Governo Conte per la possibilità che la Lega non accettasse la richiesta di dimissioni presentata dal Movimento 5 Stelle.
Rixi è il secondo vice ministro genovese che deve dimettersi per indagini della magistratura.
Poche settimane fa era toccato al vice ministro Armando Siri.
Tutti e due sono molto vicini a Matteo Salvini.

aggiornamento delle 13,41: Il vice ministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, condannato questa mattina a tre anni e cinque mesi per peculato e falso nel processo “Spese Pazze” in Regione Liguria, ha rassegnato le dimissioni da vice ministro, consegnando il documento nelle mani del vice premier Matteo Salvini

aggiornamento delle 13.30: Il vice premier Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle ha commentato la condanna del vice-ministro Edoardo Rixi dicendosi “sicuro che la Lega rispetterà il contratto di Governo” che prevede le dimissioni di ogni rappresentante del Governo in caso di indagini o di condanne.

Genova – Tre anni e mezzo di reclusione per peculato e falso. Il Tribunale di Genova ha condannato in primo grado il viceministro Edoardo Rixi per lo scandalo delle “spese pazze” in Regione, scoppiato diversi anni fa per una precedente legislatura.

Una condanna che getta un’ombra pesantissima sul Governo centrale poichè apre una spaccatura inconciliabile tra Lega e Movimento 5 Stelle, divisi e letteralmente agli antipodi per la posizione assunta nei confronti della possibilità che Rixi possa continuare a ricoprire incarichi di Governo se condannato.

Il Movimento 5 Stelle ha infatti più volte ribadito di considerare condizione irrinunciabile quella del “passo indietro” di Rixi qualora il Tribunale di Genova lo avesse ritenuto colpevole del reato per il quale era indagato. E ancor più grave, per i pentastellati, il fatto che il reato sia stato commesso nell’esercizio di un ruolo pubblico come quello di amministratore della cosa pubblica, presso la Regione Liguria.

Per contro la Lega ha fatto “quadrato” attorno a Rixi ribadendo a più riprese che la eventuale condanna del vice ministro, fedelissimo di Matteo Salvini e chiave di volta ligure del partito del Carroccio, non avrebbe portato a conseguenze per il suo incarico.

Posizioni diametralmente opposte e inconciliabili, neppure con un “contratto di Governo” come quello che regge la maggioranza “variopinta” tra Lega e Movimento 5 Stelle ed ancor più critica dopo il risultato elettorale delle elezioni europee che ha di fatto ribaltato il “peso” dei due partiti.
Una condizione di estrema fragilità che potrebbe portare ad una crisi di Governo insanabile e alla caduta del premier Conte.

Un “caso fotocopia” a quello già avvenuto poche settimane fa, con il caso del vice ministro della Lega, Armando Siri, anch’esso genovese e indagato per un presunto caso di corruzione per ottenere agevolazioni da parte di un imprenditore dell’energia solare.
La posizione della Lega e del Movimento erano inconciliabili anche in quel momento ma i pentastellati potevano contare su un risultato elettorale che li dava al primo posto come partito in Italia.
Come noto il vice ministro Siri ha rassegnato le dimissioni e per Salvini era già stato un boccone molto amaro in ragione del “peso” di Siri nella Lega visto che lo stesso leader del Carroccio lo aveva nominato consigliere economico e aveva sposato la proposta della “flat tax” che Siri propone da anni, anche quando non militava ancora nella Lega.

Uno “strappo” che oggi vede contrapposti partiti completamente diversi come “peso” elettorale e che potrebbe portare ad un irrigidimento ulteriore delle già arroccate posizioni.
Se il Movimento 5 Stelle mantenesse la promessa, chiedendo le dimissioni di Rixi e se la Lega insistesse nel “difenderlo” (per la Costituzione italiana una persona è innocente sino a sentenza definitiva), di fatto si potrebbe aprire una crisi di Governo insanabile.