Genova – Riprenderanno questa mattina i lavori di preparazione dell’area dove il 24 giugno, salvo imprevisti o blocchi causati da indagini della magistratura, dovrebbe avvenire la maxi esplosione che raderà al suolo le pile 10 e 11 del ponte Morandi.
L’enorme pinza metallica della max gru in azione in via Porro, dopo aver demolito il civico 10 pezzo per pezzo, dovrebbe partire con la demolizione del civico successivo, il 12.

Intanto restano alte le polemiche sulla presenza di materiali pericolosi nelle palazzine e sulla polvere che si alzerebbe dal cantiere finendo per essere respirata dai residenti della zona ben prima della maxi esplosione del 24 giugno che dovrebbe far scattare un’evacuazione di ben 2500 persone.

La rete di rilevamento “privata” e parallela alle centraline dell’Arpal, si sta completando ed estendendo e fornirà dati molto precisi sulle quantità di polveri sollevate e presenti nell’aria. Elementi che potrebbero dare origine ad una disputa giudiziaria che è stata tra gli argomenti trattati durante la riunione in Prefettura, durata oltre tre ore, per la “preparazione” all’evento delle demolizione delle pile 10 e 11.

Un comitato di residenti, insieme all’associazione nazionale che si occupa del problema dell’inquinamento da Amianto, ha presentato nei giorni scorsi un esposto alla magistratura per chiedere approfondimenti sugli esami compiuti sui materiali di costruzione del troncone da abbattere e che sarebbero risultati “diversi” da quelli del troncone ovest che presentava tracce di amianto.

Dalla riunione in Prefettura sono emerse nuove indicazioni per valutare meglio la situazione e le possibili conseguenze dell’esplosione con tritolo che abbatterebbe le pile 10 e 11 quasi contemporaneamente. In particolare sarebbero necessarie altre prove tecniche di esplosione alla cava di Forte Ratti per verificare che l’acqua sollevata dall’esplosione riesca effettivamente a formare un muro di goccioline in grado di avvolgere ed imprigionare le polveri sprigionate dall’esplosione: condizione fondamentale per la scelta dell’esplosivo al posto della demolizione meccanica.

Possibile quindi uno slittamento della data indicata sino ad ora per la maxi esplosione, prevista al momento per il 24 giugno quando, secondo le anticipazioni sui piani di evacuazione, ben 2500 persone dovrebbero lasciare le loro case e trasferirsi in una zona più sicura.
Un perimetro di 250 metri in linea d’aria attorno al punto dell’esplosione, con un ulteriore fascia di sicurezza di altri 100 metri nella quale i residenti sarebbero costretti a restare chiusi in casa, con porte e finestre sbarrate per non si sa ancora quanto tempo.