Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova

Genova – Lo scandalo delle “spese pazze” si potrebbe estendere anche al Comune di Genova dove sarebbero sotto indagine i conti dei rimborsi chiesti da ben 15 consiglieri della passata amministrazione. Molti i nomi noti che risulterebbero oggetto di verifiche della magistratura attraverso i controlli della guardia di finanza: dall’ex vice-ministro Edoardo Rixi, già condannato in primo grado per le “spese pazze” in Regione Liguria all’attuale vice sindaco Stefano Balleari, che avrebbe messo in lista spese telefoniche per oltre 5mila euro, alla consigliera di Forza Italia Lilli Lauro all’ex consigliere di Sel, Pastorino.

Contestazioni che riguarderebbero l’intero “arco costituzionale”, ad eccezione del Movimento 5 Stelle – per una cifra relativamente bassa, circa 12mila euro che comunque ha fatto scattare la doverosa verifica della magistratura.

Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di scontrini inseriti nelle liste presentate dai singoli consiglieri nelle richieste di rimborso spese e che presenterebbero delle anomalie. Si tratterebbe insomma di spese che non sarebbero considerate “rimborsabili”.

Nelle indagini sarebbero coinvolti consiglieri con ricevute spese di migliaia di euro e altri anche di poche decine di euro. Controlli necessari e che potrebbero far scattare un nuovo processo con nuove condanne.

A “spaventare” di più le nuove normative che prevedono l’interdizione dai pubblici uffici per i condannati. In pratica, in caso di riconoscimento di colpevolezza, ancora tutto da verificare, i condannati non potrebbero ricoprire la carica eventualmente occupata oggi.