Genova – Una lettere aperta al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per esprimere la frustrazione degli agenti di Polizia Locale nel vedersi consegnare i nuovi strumenti per il contrasto e la prevenzione del terrorismo e, nel contempo, dover rinunciare alle armi di difesa.
A scriverla Diccap e Sulpm, i sindacati che tutelano i lavoratori della polizia locale a Genova.
Nella lettera si esprime forte preoccupazione per la sicurezza degli agenti, costretti a lavorare disarmati e la frustrazione di aver ricevuto, invece, equipaggiamenti che dovrebbero consentire un contrasto addirittura al terrorismo.

Ecco il testo inviato al Ministro Salvini:

“On. Ministro,
ieri sono stati consegnati alla Polizia Locale di Genova i nuovi strumenti per il contrasto e la prevenzione al terrorismo.
Così li ha definiti l’Assessore alla Sicurezza Stefano Garassino.
Non entriamo nel merito del fatto che il contrasto e la prevenzione al terrorismo forse non rientrano tra le funzioni e i compiti della Polizia Locale perché, come sempre, Noi siamo pronti a qualsiasi sfida. Quello che è difficile da comprendere è come si concilia la volontà di utilizzare la Polizia Locale per contrastare il terrorismo con il disarmo avvenuto nei confronti della Polizia Locale di Genova.
Sembra strano è assurdo che mentre in Italia la “Lega Salvini premier” continua a portare avanti la politica di armamento delle Polizie Locali così come quelle del diritto alla difesa personale, a Genova, con una Giunta a maggioranza “Lega Salvini premier” e un Assessorato alla Sicurezza in quota alla “Lega Salvini premier”, invece, si sia deciso di disarmare la Polizia Locale.
Dotare gli Operatori di strumenti per la lotta al terrorismo e quindi mettere a rischio la loro vita e nel contempo decidere di fargli fare questi servizi disarmati, è difficile da comprendere e non è logico. Qual è l’obiettivo?
L’unica conseguenza logica nell’utilizzare il personale disarmato per questo tipo di servizio e per altri servizi pericolosi come quelli notturni, è che finisca in tragedia.
Infatti, nel caso di un’aggressione da parte di un terrorista, l’Operatore non avrebbe neanche la possibilità di difendersi.
A questo punto mi chiedo se l’obiettivo sia quello di contrastare il terrorismo o di mettere inutilmente a repentaglio la vita degli Agenti.
Nel caso di una tragedia ad un Collega chi ne beneficerebbe?
Speriamo solo che non arrivi mai quel giorno in cui scrivere: “io l’avevo detto”.
Se leggerà queste poche righe, spero che si metta una mano sulla coscienza e che rivolga il suo sguardo a Genova non solo per il Ponte ma anche per la sicurezza degli Operatori della Polizia Locale che, come sempre, hanno dimostrato e dimostrano il loro valore”.