Genova – “Sostituire le palme di via Giannelli, come tutte quelle morte in giro per la città, costerà più che salvare quelle che c’erano prima”. Ne è convinto , esperto di gestione del verde e strenuo difensore delle palme aggredite dal punteruolo rosso.
La polemica divampa dopo la pubblicazione, sui social, delle foto che mostrano le nuove palme – tutti esemplari di dimensioni ridotte e meno “spettacolari” – che sostituiscono quelle abbattute a seguito dell’infestazione da punteruolo rosso che sta decimando, nell’indifferenza generale, il patrimonio arboreo della città di Genova e non solo.

“Trovo incredibile – spiega – che si possa considerare un successo la messa a dimora di piante meno belle, più piccole e probabilmente piuttosto “costose” quando si sarebbe potuto spendere molto meno per evitare la morte delle precedenti”.

A suscitare la perplessità dell’esperto della gestione del verde ed insegnante dell’Istituto Marsano è il mancato intervento che avrebbe potuto salvare le decine di palme che sono seccate, una dopo l’altra, attaccate ed uccise dal punteruolo rosso.

“Quelle piante potevano essere salvate così come io salvo quelle che seguo – spiega – le tecniche sono collaudate e basta solo volerle prendere in considerazione. Se si hanno dei dubbi basta fare un esperimento, su un campione, e accertare se funziona o meno. Nessun inganno, nessun segreto, si tratta di macchinari e di sostanze che può comprare ed usare qualunque esperto di gestione del verde. Invece di applaudire le nuove palme, che sono comunque una buona cosa, bisognerebbe domandarsi perchè non è stato fatto nulla prima”.

Le perplessità riguardano anche la spesa a carico dei contribuenti che pagheranno somme anche consistenti per rimpiazzare le piante morte e con palme di minore pregio e certamente meno spettacolari delle precedenti.

“Mi stupisce molto – spiega ancora – che ci sia chi plaude ad una spesa che forse poteva essere evitata. Sostituire una palma con un’altra pianta costa certamente molto di più di una cura che, fatta dai tecnici già al servizio del Comune, avrebbe salvato le piante con un investimento insignificante. Dopo aver visto morire le piante una ad una, ora dovremmo applaudire chi non è intervenuto per fare ogni esperimento possibile per salvarle?”.

Perplessità che sono condivise anche da molti residenti che avrebbero preferito una sperimentazione delle tecniche suggerite piuttosto che assistere all’agonia di palme storiche e al loro abbattimento.

“Sarebbe interessante sapere quanto pagheremo, come Cittadini, la sostituzione delle palme morte – si domandano i residenti – il Comune dovrebbe rendere pubblico il dato per informare i contribuenti che pagano”.