Genova – Una squadra anti terrorismo attrezzata per intervenire sui luoghi ad alto rischio chimico e batteriologico, una strada chiusa per ore e forze dell’ordine impegnate per un’emergenza scattata improvvisamente per la segnalazione di un passante.
E’ piuttosto salato, per l’intera collettività, il conto da pagare per l’intervento di emergenza di alcuni giorni fa, in via Emilia, per il ritrovamento di un sacco di plastica contenente una sostanza bianca in grani che emanava un sentore di mandorle.

Il ritrovamento ha fatto scattare la “psicosi” da avvelenamento cani e qualcuno ha pensato che potesse trattarsi di un sacco contenente cianuro di potassio, un pericoloso agente chimico velenoso, in grado di uccidere anche un uomo.

E così, sul posto, arrivano addirittura uomini addestrati per vere emergenze chimiche e batteriologiche. La strada viene chiusa al traffico pedonale e automobilistico, i bus dirottati su altri percorsi e un intero quartiere trattiene il respiro mentre uomini con tute speciali raccolgono la presunta bomba chimica e la portano via per le analisi.

Bastano però poche ore per scoprire che, in realtà, si tratta semplicemente di sale grosso, cloruro di sodio in cristalli, usato per contrastare la formazione di ghiaccio sulla strada.
Una sostanza innocua che si trova a tutti gli angoli delle strade nel periodo invernale e che, probabilmente, si trovava nell’aiuola dallo scorso inverno.

Eppure la psicosi dei proprietari di cani, alimentata da pagine social che ogni giorno segnalano presunti casi di avvelenamento mostrando per lo più fotografie di pezzi di resine usate in edilizia e del tutto inoffensive o foto di agglomerati di sostanze che solo la fantasia trasforma in polpette avvelenate, ha fatto scattare un’emergenza ambientale a livello di attacco terroristico.

Il costo dell’operazione, certamente diverse migliaia di euro – senza contare i disagi per le persone – lo paga la collettività, cioè noi.